Sala 1 - il nostro Territorio nella pittura
Questa sala è dedicata ad alcuni dei tanti artisti che hanno onorato la nostra terra.
Tanti, infatti, sono coloro che hanno creato opere pittoriche rappresentanti il nostro territorio: Villa Foscari prima di tutto (soggetto molto amato), ma anche il Brenta, la Campagna, la Laguna antistante Fusina...
Questo è un omaggio a tutti i pittori e le pittrici che sono passati/e di qui ed hanno intravisto, in questo territorio un meraviglioso angolo del Veneto, che va amato, tutelato, protetto e promosso.

sopra: MALCONTENTA - opera dell'artista Carlo Dalla Zorza (Venezia, 7 dicembre 1903 – Venezia, 12 gennaio 1977) - pittore, incisore e illustratore di libri e riviste italiano.

TITOLO DELL'OPERA: San Benedetto, guardando verso Fusina
ARTISTA: Joseph Mallord William Turner 1775–1851
TECNICA: Pittura ad olio su tela
DESCRIZIONE: La capacità di Turner di distillare lo spirito del luogo è catturata in questo dipinto. È una veduta di Venezia, guardando dal Canale della Giudecca verso Fusina sulla terraferma. Non c'è, tuttavia, nessuna chiesa di nome San Benedetto sulla scena. Il trattamento stilistico di Turner del colore, della luce e dell'acqua dà abilmente l'essenza di come la gente sentiva Venezia. Il critico John Ruskin ha scritto che "senza un singolo dettaglio accurato" era "la cosa più simile a ciò per cui è destinato ... di tutto ciò che ho visto".

Joseph Mallord William Turner 1775–1851 (autoritratto)

TITOLO DELL'OPERA: Venezia da Fusina
ARTISTA: Joseph Mallord William Turner 1775–1851
TECNICA: Acquerello con pennello su tracce di matita, con tocchi di colore del corpo, graffi, fermandosi e gomma arabica
DESCRIZIONE: È una veduta di Venezia, guardando da Fusina.

TITOLO DELL'OPERA: Fusina Villa Malcontenta - Paesaggio con villa e alberi
ARTISTA: Antonio Pasinetti 1863 - 1940
TECNICA: cartone / pittura a olio
DESCRIZIONE: L'artista raffigura Villa Foscari a Malcontenta di Mira (Venezia), valorizzando la posizione dell'elegante edificio progettato da Andrea Palladio e inserito in un suggestivo paesaggio rurale lungo il fiume Brenta.
LUOGO ESPOSIZIONE: Civica Pinacoteca Antonio e Laura Pasinetti

Antonio Pasinetti 1863 - 1940

TITOLO DELL'OPERA: Villa Malcontenta
ARTISTA: Antonio Pasinetti 1863 - 1940
TECNICA: tavola / pittura a olio
DESCRIZIONE: Il pittore raffigura con impasti densi villa Foscari detta La Malcontenta, progettata da Andrea Palladio a Mira (Venezia). La tavola costituisce lo spunto pittorico per la realizzazione di una tela di maggiore formato
LUOGO ESPOSIZIONE: Civica Pinacoteca Antonio e Laura Pasinetti

TITOLO DELL'OPERA: I Superstiti - Paesaggio
ARTISTA: Pietro Fragiacomo 1856 - 1922
TECNICA: olio su tavola
DESCRIZIONE: Protagonista del dipinto è la Villa Foscari detta "La Malcontenta" alla foce del Naviglio del Brenta, a Mira, presso Porto Marghera, costruita intorno al 1559 da Palladio. Il titolo evoca l'attuale destino della villa, un tempo immersa in una ricca vegetazione: "La Malcontenta" si erge solitaria al centro del dipinto, quasi evanescente, uno spettro di se stessa che si duplica nell'acquitrino in primo piano nel quale si affaccia, ed è affiancata da un pioppo solitario, altro superstite, in un paesaggio desolato e brullo che sta per essere circondato dalle ciminiere del nascente polo industriale.Opera chiave della produzione tarda di Fragiacomo - a cui non deve essere estranea l'influenza di Mario de Maria - la tavola rappresenta il canto del cigno del paesaggio simbolista italiano affermatosi alla fine del secolo precedente, del quale lo stesso pittore è stato uno di principali esponenti. Il dipinto, infatti, è intessuto di umori decadenti e melanconici condensando mistero e rassegnazione, come rileva del resto Colasanti nel 1914, quando il quadro fu esposto alla Biennale di Venezia, insieme a "La glicina" e "La portolana," trovando nelle tre opere "la medesima indefinibile tristezza chiusa nelle pietre e nel vivente silenzio delle acque"
LUOGO ESPOSIZIONE: Palazzo delle Belle Arti - Roma

TITOLO DELL'OPERA: Paesaggio Fluviale
ARTISTA: Silvio Travaglia 1880 - 1970
TECNICA: olio su tavola
NOTE SULL' AUTORE: Appena sedicenne, l'autore dell'opera si trasferisce a Venezia per frequentare l'Accademia di Belle Arti dove diventa allievo di Guglielmo Ciardi e viene a trovarsi in amichevole unione con Emma e Beppe Ciardi, Ugo Valeri, con il rumeno Aiescu, con lo scultore Gianatasio e con il padovano Antonio Soranzo, con il quale portò avanti una profonda amicizia destinata a durare tutta la vita.
Insegna presso la Scuola d'Arte di Este, nell'ambito della quale istituisce un corso speciale per il disegno industriale; in seguito partecipa alla guerra e una volta superatane la parentesi, durante la quale la famiglia si rifugia in Toscana per via della ritirata di Caporetto, vive a Sacile, accettando la cattedra di insegnante all'Istituto Magistrale; cattedra che conserverà con lunga ed apprezzata dedizione. Valente compositore musicale oltre che pittore, autore di numerose suites per grande orchestra (Sinfonietta goldoniana, Vendemmiale, Venezia misteriosa, ed altre).
Presenta la sua attività pittorica a Verona, Torino, Padova, Wiesbaden, Berlino, San Paolo, New York, Filadelfia. In particolare, di notevole affermazione furono le mostre personali ch'egli tenne a San Paolo del Brasile, ed a Milano nel 1966 alla Galleria Cairola. Dal 1922 al 1935 realizzò numerose opere di decorazione sacra, collaborando con il cognato Antonio Soranzo; ricordiamo: la pala di Santa Teresa nella chiesa di San Luca di Padova; le decorazioni ai soffitti delle parrocchiali di Camin, Chiesanuova, Mestrino, Saletto, Montagnana, nella provincia di Padova.
Fu paesaggista, intuitivo ed in ammirato stupore di fronte alle bellezze della natura, che espresse con dolcezza ed ascoltando genuinamente le proprie esigenze interiori.

TITOLO DELL'OPERA: Sera a Fusina
ARTISTA: Alessandro Pomi 1890 - 1976
TECNICA: olio su compensato
DESCRIZIONE: Il mondo di Alessandro Pomi è fatto dei colori e della luce della laguna: il suo non è il tempo della tempesta ma quello luminoso e solare dell'estate. Pomi ci descrive anche quest'anima della laguna che è il tempo della pace, del riposo, della distensione.
Da Mestre proiettato in America ha assorbito la luce di Hopper per poi portarla in laguna e restituirci sulla tela lo sguardo del meriggio. E' la pittura della luce come dono dell'estate, calda, quasi accecante, abbagliante. I suoi personaggi sono in costume, soprattutto ragazzi. Attendono solo di fare un tuffo nell'acqua rigorosamente azzurra della laguna o del mare Adriatico. Sono in una dimensione paradisiaca che anticipa la perfezione dell'Eden.
La laguna si trasforma nel pennello di Pomi in una Terra Promessa in cui scorre la luce e l'azzurro come se fossero il nutrimento dello spirito, oltre che degli occhi. Tutto è illuminato sotto un cielo nitido e trasparente, le pennellate sono ampie e dolci, tutto trasuda calma e caldo. E' estate nella laguna di Pomi: le sue tele ci trasmettono la magica atmosfera di questo tempo prezioso per reimmergerci nel grande abbraccio della natura, per lasciare che ciò che è naturale prenda il suo spazio e riequilibri ciò che è artificiale, il troppo artificiale che c'è in noi. La linea orizzontale prevale sulle altre e lo spazio aperto su ogni altra costruzione in questi quadri lagunari estivi. Tutto si dispone e si adatta alla distesa dell'acqua.
La barca, la lingua di terra, l'orizzonte. Le figure in piedi si stagliano sempre su qualcosa di azzurro, sia esso il cielo, sia esso il mare. Sembra che non faccia molta differenza per Alessandro Pomi. Cielo e mare sono in continuo, costante dialogo, proprio come avviene da queste parti della laguna.
Nello sforzo del barcaiolo che sta spingendo la barca lievemente spiaggiata verso l'acqua al largo c'è però una tensione, una energia: non è una totale passività. Infatti, l'estate dura qualche tempo e non può diventare una dimensione permanente, il lavoro deve tornare a possedere la nostra quotidianità: ma l'estate in laguna, così come ci aiuta a vederla Pomi, è per noi una anticipazione del Paradiso, cioè una proiezione della perfezione nel presente, un interfaccia della armonia cosmica nel nostro mondo.
COLLEZIONE: Banca Popolare Friuladria

TITOLO DELL'OPERA: Giovane pescatore a Fusina
ARTISTA: Alessandro Pomi 1890 - 1976
TECNICA: olio su tavola
DESCRIZIONE: Il giovane pescatore non solo ci volge le spalle, ma anche non ha nessun attrezzo per definirlo pescatore: dobbiamo fidarci ciecamente sulla parola dell'autore. Ma in questo dipinto non ci viene data l'essenza della pesca, come in altre opere di Ciardi, ad esempio. No, viene offerta alla nostra contemplazione la giovinezza che vuole diventare o che diventerà pescatore.
Pomi, mentre descrive apparentemente una realtà, ci mostra di sottobanco l'essenza di questa realtà. Ci fa vedere, dunque, uno "scugnizzo" della laguna, non in azione ma in contemplazione del mare e in attesa di fare il pescatore. Dunque, ci protende al futuro nella azione del pescare, mentre con la vista ci fa vedere un ragazzino proteso verso la laguna che è seduto su una dighetta ("pennello" tecnicamente) a sua volta protesa verso il blu dell'acqua, che confina con una stretta fascia di cielo celestino.
Quello che domina è la grande massa di acqua, visto come l'orizzonte è alzato, e questo protendersi verso di essa sia dello scoglio, sia del "giovane pescatore". Il futuro, la Vita stanno per il ragazzino nella grande massa liquida, è evidente e non bisogna nemmeno spingere eccessivamente verso il simbolismo, che è molto pregnante in Pomi. Qui sono le cose stesse che parlano un linguaggio esplicito: l'acqua della Laguna è la Vita originaria e senza artificiosità, senza manipolazioni date dal potere e dalla ideologia. Solo una bricola e due minuscole vele rappresentano l'intervento umano in questa distesa di acqua in perenne movimento (moto ondoso) che rappresenta l'Essere immenso.
Il ragazzino è pensoso di fronte a questo misterioso tutto, come la giovane bambina portoghese nella canzone di Guccini, commossa e un po' intimidita da questa imponenza della realtà che si offre, a lei come al ragazzino del nostro quadro, attraverso il mare. Il ragazzo poggia sulla diga costituita da pietre solide, bianco rosate, che simboleggiano, invece, la vita presente e la vita reale, concreta.
La Laguna rappresenta il futuro infinito delle possibilità, il cambiamento costante e la distesa liquida e orizzontale della grande massa delle cose, mentre la diga, con i suoi sassi duri, pesanti, rigidi rappresenta la vita quotidiana con tutti i suoi limiti e condizionamenti.
Il ragazzo è in bilico fra questi due mondi, quello del quotidiano dominato dalla apparenza, dalla limitazione della nostra libertà e dal dominio dle potere (diga) e quello della prospettiva di appartenere alla Vita, di tuffarsi dentro il mare infinito dell'essere, di essere il capitano della sua stessa anima, ma non in antitesi con la Vita, bensì in un abbraccio di appartenenza totale ad essa.
COLLEZIONE: Banca Popolare Friuladria

TITOLO DELL'OPERA: Villa Foscari a Malcontenta
ARTISTA: Leonida Beltrame 1904 - 1994
TECNICA: olio su tela
DESCRIZIONE: L'opera proviene da una vasta collezione di quasi 200 quadri lasciata alla famiglia alla sua morte. Il maestro ha partecipato a numerosissime mostre personali e collettive nazionali ed internazionali vincendo molti prestigiosi premi.

Leonida Beltrame 1904 - 1994

TITOLO DELL'OPERA: Villa Foscari Widman
ARTISTA: Marco Novati 1895 - 1975
TECNICA: olio su tela
NOTE SULL'AUTORE: Marco Novati è nato a Venezia il 20 Maggio 1895. I diversi studi e lavori fatti all'estero fino allo scoppio della Grande Guerra (Svizzera, Germania e Francia) assieme ai ritratti visti nelle mostre di Gino Rossi, unitamente alla disamina delle Avanguardie, completarono il suo itinerario di maturazione artistica.
La sgrezzatura avenne però attraverso le lezioni impartite dal pittore Emilio Paggiaro tra il 1919 ed il 1921. Ad ogni modo Novati è da considerarsi autodidatta.
La svolta della sua vita avvenne quando le diverse attività di famiglia fallirono portandolo dall'agiatezza alla sopravvivenza. Il giovane pittore, privo di esperienza concreta, si trovò ad affrontare le durezze della vita. Subentrò in lui una sorta di furore, di angoscia, di ribellione. Da ciò nacque il suo cupo, e disperato realismo. I soggetti sono figure raffiguranti spesso vecchi in mansioni lavorative e/o presenti in bàcari. Quest'ultimi bevono, cantano, suonano o si accasciano per il troppo tasso alcolico.
Ecco che la sua pittura si carica drammaticamente di forte pessimismo perchè nessuno migliorerà la propria condizione. Diversamente nei ritratti su commissione il Maestro sarà meno duro entrando in un'ottica ritrattistica più canonica ma sempre di alto livello.
Un suo pensiero forse troppo abusato e citato in passato affermava che da artista "clandestino" dava il meglio di se stesso "quando, come l'oliva, sono schiacciato".
Alle partecipazioni a diverse edizioni de La Biennale di Venezia, numerose furono le mostre, personali e collettive, fatte in vita e postume. Furono a lui scritti numerosi articoli, recensioni, riviste e libri sia in passato sia oggi. Marco Novati è morto a Venezia il 24/7/1975 - https://www.eugeniodavenezia.eu/

Marco Novati 1895 - 1975

TITOLO DELL'OPERA: Il Brenta nei pressi di Malcontenta
ARTISTA: Angelo Brombo 1893 - 1962
TECNICA: olio su tavola
NOTE SULL'AUTORE: Angelo Brombo - Nato a Chioggia il 5 gennaio 1893, morto a Venezia il 19 maggio 1962.
Ha partecipato alle mostre di Venezia, Roma, Torino, Napoli e ad altre minori della regione veneta, con successo lusinghiero, ed inoltre a Roma nel 1926 alla Mostra d'Arte Marinara, a Milano, l'anno dopo, alla Primaverile. Nel luglio-agosto 1936 alla II° Mostra d'Arte Sindacale Polesana, a Rovigo, nella sezione Pittura, presenta i dipinti: Chioggia: Canal Vena, Chioggia: Un portichetto, Chioggia: Canal Lombardo. A Milano alla Mostra Peschereccia nel 1939, dove ottiene la medaglia d'oro del Ministero dell'Agricoltura. espone poi a Bologna, Como, Rovigo; e ancora a Roma.
Ha tenuto personali in molte città italiane, riscuotendo dal pubblico ampie lodi e giudizi lusinghieri dalla critica per la sua commossa evidenza nel tema marino. Ha opere in raccolte private e fra esse: Policromie chioggiotte (Collezione Conte Molini di Venezia), Vele, Vita chioggiotta, La riva dei rigattieri, Giorni grigi, La spesa di bordo, Campo del Duomo (Collezione Pennasilico). Altre opere in Raccolte pubbliche: Il Mausoleo di Diocleziano a Spalato nel Museo Capitolino a Roma, Ru deri di Nona (Collezione comunale di Perugia), La vela (Municipio di Cavarzere).

TITOLO DELL'OPERA: Villa Priuli
ARTISTA: Emma Ciardi (Venezia 1879 - 1933)
TECNICA: olio su tela
DESCRIZIONE DELL'OPERA: La villa in cui Emma Ciardi ambienta la scena è Villa Priuli che si trova tra Malcontenta e Oriago lungo il fiume Brenta, riconoscibile per la singolare architettura rinascimentale della costruzione simile a un padiglione da giardino, e che ha i suoi riscontri più vicini nella loggetta del Sansovino ai piedi del campanile di San Marco a Venezia e nella padovana Loggia Cornaro.
NOTE SULL'AUTRICE: Emma Ciardi, figlia d'arte, è avviata in età giovanile alla pittura dal padre, Guglielmo Ciardi, protagonista con Favretto della Scuola veneziana del vero e dal 1894 titolare della cattedra di "Vedute di paese e di mare" all'Accademia di Belle Arti di Venezia.
Insieme al padre e al fratello Beppe Ciardi dipingono dal vero, come Guglielmo aveva imparato in Accademia quando, allievo di Domenico Bresolin, veniva portato dal maestro al cospetto della natura.
Emma Ciardi è una donna per il tempo in cui si trova a vivere, a cavallo tra '800 e '900, fuori dagli schemi. Vive il passaggio tra l'Ottocento e il Novecento in mezzo a rivoluzioni epocali che trasformeranno il mondo, sceglie di inserirsi nell'alveo della tradizione del vedutismo che ha i suoi maestri nel Carlevarijs e in Canaletto, e lo fa con uno stile personale e inconfondibile.
Presenza costante alla Biennale (dal 1903 al 1932, eccetto l'edizione del 1926), viaggia, conosce l'inglese e il francese, porta in giro per il mondo il suo parlar veneziano, partecipa a tutte le più importanti rassegne d'arte nazionali (Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli) e Internazionali (Monaco di Baviera, Barcellona, Parigi, Buenos Aires, Pittsburgh, San Francisco), tiene sue personali a Londra (1910, 1913, 1928), Parigi (1914), New York (1924), Bruxelles (1925), Chicago (1924), i più accreditati galleristi le offrono i loro spazi per mostrare le sue opere a Milano, Londra, Parigi, New York, collezionisti di tutta Europa e d'America comprano suoi quadri, i giornali parlano di lei come "tra i pittori più interessanti e più personali, pittori e non pittrici perché la Ciardi è un artista tale da non aver bisogno di simile distinzione".
Non sono in molte le donne che possono fare del loro talento una professione, Emma lo fa e con spirito imprenditoriale inedito per una donna del principio del Novecento sposa il suo lavoro. Una vera star del tempo.
(da Wikipedia)

Emma Ciardi (Venezia 1879 - 1933)
Canto delle campane
"Quando la sera si perde nelle fontane,
il mio paese è di colore smarrito.
Io sono lontano, ricordo le sue rane,
la luna, il triste tremolare dei grilli.
Suona Rosario, e si sfiata per i prati:
io sono morto al canto delle campane.
Straniero, al mio dolce volo per il piano,
non aver paura: io sono uno spirito d'amore,
che al suo paese torna di lontano".
(Pier Paolo Pasolini)
AMARE IL POSTO IN CUI SI E' NATI E' RICERCARE CIO' CHE SI E'
Amare la propria terra significa avere la voglia di ricostruire giorno dopo giorno il suo passato per scoprire il suo presente e programmare il suo futuro. Significa arricchirsi continuamente e dare senso a ogni identificazione.
Amare il posto in cui si è nati è ricercare ciò che si è; è valorizzare e far emergere la bellezza che naturalmente circonda il proprio territorio; è dare voce alla voglia di cultura, di curiosità, di meraviglia che si possiede, è dimostrare ciò che rende capaci di portare al mondo intero la vera essenza di sé stessi, delle proprie tradizioni, del proprio modo di essere, della propria stessa vita.
E' anche viaggiare con la consapevolezza non solo di arricchirsi ma anche di valorizzare il mondo mescolando le diverse idee, i differenti modi di essere, gli ineguali stili di vita, le differenti opinioni, sogni e pensieri, con l'obiettivo di confrontarsi, scoprirsi, ricercarsi per dar senso a ciò che siamo stati e quindi a ciò che saremo.
L'uomo da sempre inventa, crea, distrugge, sogna, spera, compone, cancella, produce ma anche rovina; l'uomo, quando vuole, è capace di cambiare il mondo, di stravolgere le situazioni, di dare forma alle sue emozioni; l'uomo si muove, conosce, cresce, non dimentica, non ignora, l'uomo, ma quello vero, insomma, si pone domande, vive alla ricerca della realizzazione, cerca la sua completezza nella sua origine, nella storia del suo percorso, nel suo passato e soprattutto in ciò che ha contribuito a fare di lui quello che è adesso.
Ma per fare degnamente tutto ciò l'uomo deve necessariamente ricordare, rammentare, citare, commemorare, dare luce al suo pensiero.